Intolleranza all’istamina: cos’è e come trattarla per stare meglio

Ognuno di noi è un individuo unico e reagisce in modo particolare e personale ad alcuni cibi, che possono essere molto sani e nutrienti per qualcuno, ma talvolta veleno per altri. Questo è proprio il caso delle persone che soffrono di intolleranza all’istamina e che non sono quindi in grado di metabolizzarla.

Questa particolare intolleranza avrebbe molto di cui far parlare, ma cercherò di sintetizzare i concetti principali in questo articolo. Poi in seguito affronteremo altre cose che la riguardano direttamente.

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Cos’è l’istamina

L’istamina è una molecola organica e un neurotrasmettitore coinvolto in numerosi processi all’interno dell’organismo.

Generalmente, l’istamina viene rilasciata come parte di un normalissimo meccanismo biologico e, quando tutto funziona nel modo corretto, essa viene prodotta e degradata in una quantità tollerabile per la maggior parte delle persone. Tuttavia, in alcuni individui dal sistema digestivo in qualche modo compromesso, come ad esempio in coloro che soffrono della sindrome da intestino irritabile o disbiosi intestinale alcuni squilibri batterici, enzimatici e metabolici portano alla produzione di alti livelli di istamina.

Le cause dell’intolleranza all’istamina

Molte cause scatenano l’intolleranza all’istamina, ma esistono 4 fattori principali da non trascurare:

  1. Il livello di istamina assunta dall’organismo: non solo attraverso il cibo, ma anche attraverso l’ambiente e le piante che ci circondano.

  2. Il livello di istamina prodotta dai batteri: l’istamina viene prodotta dai batteri a partire dall’istidina.

  3. Il livello di istamina rilasciato dai mastociti: solitamente in risposta ad allergeni e a livelli superiori al normale se i mastociti sono instabili.

  4. Il tasso di degradazione enzimatica: l’istamina viene degradata da alcuni enzimi. Se i livelli di questi enzimi sono troppo bassi, l’istamina non viene degradata correttamente.

I sintomi dell’intolleranza all’istamina

L’eccesso di istamina si traduce principalmente nell’infiammazione dell’intestino e genericamente nei problemi intestinali, ma si può manifestare con un vasto numero di altri sintomi che talvolta sono difficilmente collegabili a questa problematica. Alcuni di questi sintomi sono così vasti e diversi fra di loro che l’intolleranza all’istamina risulta essere una delle più difficili da identificare.

I sintomi legati all’intestino e al sistema digestivo includono: sindrome dell’intestino irritabile, gonfiore, diarrea, stitichezza (meno comune), dolori e bruciori allo stomaco, nausea, vomito, riflusso acido, problemi digestivi in generale.

I sintomi legati alla pelle sono invece i seguenti: eruzioni cutanee, orticaria, psoriasi, eczemi, acne o brufoli, rosacea o arrossamenti cutanei, prurito (anche oculare), infiammazione della pelle.

I sintomi legati all’apparato respiratorio: congestione, asma, naso che cola, starnuti, tosse cronica, rinite, problemi respiratori.

Ed ecco i sintomi legati al sistema cardio-circolatorio: aritmia, tachicardia, collassi circolatori, ipotensione, ipertensione, brividi, vertigini.

Dal punto di vista psicologico possiamo indicare i seguenti: ansia, stress, depressione, squilibri dell’umore, irritabilità, disattenzione, mancanza di concentrazione.

Per finire, possiamo citare anche alcuni ulteriori sintomi: emicrania, fibromialgia, lacrimazione, affaticamento, problemi di sonno, edema (spesso interno a occhi, bocca e gola).

Nonostante tutti questi sintomi collegati all’intolleranza all’istamina sembrino pericolosi e difficili da debellare, in realtà si potrà facilmente ridurli o eliminarli seguendo una dieta inizialmente composta da cibi che liberano poca istamina. In questo modo sarà semplice gestire e bilanciare i livelli di istamina all’interno dell’organismo già dopo sole due settimane di alimentazione controllata e tenere sotto controllo e alleviare i fastidiosi sintomi.

Gli alimenti a basso contenuto di istamina

Bisogna intanto puntualizzare che la tolleranza all’istamina varia da persona a persona, così dopo aver accertato il tuo livello personale di tolleranza a questa sostanza potrai organizzare una dieta in accordo con questi livelli. Tendenzialmente, dovrai:

  • evitare o ridurre il consumo di cibi pronti;

  • evitare o ridurre l’assunzione di cibi fermentati e troppo maturi;

  • cercare di consumare solo cibi freschi;

  • imparare a preparare ottime pietanze utilizzando gli alimenti più indicati per una dieta di questo tipo.

È possibile consultare una lista di alimenti indicati per seguire una dieta a basso contenuto di istamina da utilizzare esclusivamente come guida o consultazione occasionale. Ti voglio infatti specificare che la tolleranza all’istamina varia da persona a persona, così dopo aver accertato il tuo livello personale di tolleranza potrai organizzare una dieta in accordo con questi livelli, ma se ritieni di essere intollerante all’istamina dovrai necessariamente rivolgerti ad uno specialista per imparare a gestirla nel modo migliore seguendo i suoi consigli e le sue indicazioni.

Cibi a basso contenuto di istamina:

  • carne e pesce freschi;

  • tuorlo d’uovo;

  • frutta fresca (tutta tranne le fragole);

  • verdura fresca (tutta tranne i pomodori);

  • cereali e prodotti derivati da essi (riso, segale, avena, miglio, farro, mais);

  • latte fresco e prodotti latto-caseari;

  • sostituti del latte (latte di cocco e di riso);

  • burro e formaggi cremosi;

  • alcuni oli per la cottura;

  • alcune erbe aromatiche;

  • succhi di frutta privi di acido citrico;

  • tè a base di erbe.

Come trattare l’intolleranza all’istamina

Anche se può sembrare complicato, il migliore trattamento dell’intolleranza all’istamina è inizialmente ridurre gli alimenti che ne facilitano la liberazione nel nostro organismo. Seguendo una dieta sana e a basso contenuto di questa sostanza sarà necessario per sfiammare l’intestino tenendo sotto controllo i sintomi e aiutare il corpo a bilanciare i livelli dell’istamina.

La dieta a basso contenuto di istamina fornisce risultati rapidi e positivi, alleviando molti dei fastidi principali collegati a quest’intolleranza in meno di due settimane. Poi però, come per tutte le intolleranze e allergie, è necessario trovare il modo di rinforzare l’intestino perché così facendo si potrà tornare a reintrodurre gli alimenti che prima erano problematici.

I probiotici possono fare la differenza?

Come già sai (ne abbiamo parlato per esempio qua), nel nostro organismo vivono miliardi di batteri che sono coinvolti in ogni funzione del corpo e i disordini legati all’intolleranza all’istamina interessano ovviamente anche il ruolo di questi batteri. I batteri intestinali infatti, possono rappresentare proprio una delle cause legate a questa problematica.

Normalmente, in una situazione equilibrata, i batteri convertono l’istidina (amino-acido semi essenziale) in istamina, determinandone quindi i livelli all’interno dell’organismo. Se si verifica un qualche squilibrio interno e i batteri si comportano in modo problematico, si può arrivare ad una situazione di intolleranza all’istamina da essi creata. Ecco perché è importante ripristinare e mantenere il corretto equilibrio batterico per migliorare i sintomi collegati all’intolleranza all’istamina.

I probiotici, o fermenti lattici, sono organismi vivi che migliorano l’equilibrio della flora intestinale. Molte persone li utilizzano comunemente per l’intolleranza all’istamina, ma, nonostante essi siano in gran parte benefici, alcuni batteri non rispondono in maniera adeguata alla loro assunzione a causa del loro forte squilibrio.

Per questo, anche in caso di intolleranza all’istamina, è necessario monitorare passo per passo il percorso da seguire e solo con uno specialista idoneamente preparato si può ottenere un miglioramento radicale della propria condizione.

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