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Cause dei problemi di costipazione e gonfiore addominale: i Metanogeni

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Non sei solo: molte altre persone, come te, convivono più o meno in modo continuativo con una sensazione di gonfiore e pressione addominale, un senso di pesantezza come se stessero trascinando un peso che affatica e ostacola nel quotidiano. Come appena detto, non sei solo, perché come te milioni di persone soffrono dello stesso disturbo.

Una sensazione di pesantezza e gonfiore per i quali non sembra esserci rimedio

Per alcune persone, questa fastidiosa sensazione è presente per tutta la giornata, iniziando al risveglio e peggiorando con l’avvicinarsi della sera. Per altri, invece, è un disturbo che va e viene, a volte collegato al cibo che si è mangiato ma altre volte senza un apparente motivo.

Questo ha poi due diverse conseguenze: la costipazione o, viceversa, la diarrea, che colpisce solitamente subito dopo i pasti.

Se stai combattendo con questo disagio da tempo, sicuramente avrai provato più strade e visitato diversi professionisti. Se stai leggendo questo articolo, probabilmente però ogni altro intervento si è svolto senza successo.

Quello che consiglieranno tutti gli amici e i parenti sarà certamente quello di bere tanta acqua e di inserire le fibre nella tua dieta, che però peggiorerebbero solamente il tuo gonfiore.

Qualcuno ti avrà detto di assumere probiotici, che forse regolarizzeranno le evacuazioni, ma di certo non aiuteranno il gonfiore.

E se alla fine ti sei deciso a rivolgerti a un tuo medico, forse ti ha parlato di stress e ti avrà proposto di assumere medicinali tra cui gli antidepressivi.

Queste soluzioni, più o meno ortodosse, di certo non saranno particolarmente dannose, ma non sono sufficienti per affrontare il problema alla radice, se soffri di grave gonfiore e difficilmente troverai la soluzione in una pillola o in poco tempo.

Gonfiore addominale e costipazione: un problema invalidante. Ma quanto?

La costipazione può davvero essere un problema che influisce sul nostro quotidiano. Basti pensare che il 75% delle persone che soffre di gonfiore ritiene sia un problema abbastanza grave. Il 54% afferma addirittura che i sintomi di questo disagio influiscono sulla qualità della loro vita. Il 43% assume farmaci nel tentativo di controllare i sintomi e, infine, il 60% ritiene che il gonfiore sia il sintomo più fastidioso.

Qual è la soluzione migliore e più efficace per risolvere questo disturbo?

Anche se sembra improbabile, è quasi certo che il tuo gonfiore sia causato dal metano, il gas che tutti conosciamo incolore, inodore e volatile, che è il componente principale che potresti utilizzare per alimentare la stufa della tua abitazione.

La metanogesi: conoscerla per curarla

Il metano può essere prodotto non dagli esseri umani, ma da microrganismi presenti nell’intestino, attraverso un processo chiamato metanogenesi, che porta appunto a un gonfiore a volte davvero complicato da gestire.

La metanogenesi è causata dalla presenza di un tipo speciale di microrganismi benefici, quindi non patogeni (archaeon) quali il Methanobrevibacter Smithii, chiamati metanogeni.
Normalmente vivono nel colon, ma nel tuo caso hanno anche colonizzato il tenue.

Cosa sono?

Il nostro intestino ospita circa 100 trilioni di batteri, quasi tutti residenti nel colon. Questi batteri svolgono un ruolo importante per la nostra salute digestiva e tra questi ci sono i metanogeni. Sono considerati delle cellule antiche e si trovano in tutti gli ambienti in cui si verifica la biodegradazione anaerobica di composti organici, compresi quindi i tratti intestinali degli esseri umani.

Nell’uomo, i metanogeni possono essere di tre tipi:

  1. Il tipo dominante nell’intestino, che rappresenta il 94% di tutti i batteri presenti
  2. Il tipo meno dominante, che rappresenta il restante 6%
  3. Il tipo presente nella cavità orale.

Alcuni studi stimano che almeno il 35% della popolazione occidentale è un “produttore di metano”, e soffre quindi di costipazione e gonfiore addominale.

Quali sono le cause della metanogenesi?

Quando consumiamo un certo tipo di carboidrati (i polisaccaridi, presenti per esempio nei cereali), i batteri nel colon lavorano per scomporre queste molecole attraverso un processo chiamato “metabolismo anaerobico”.

Dopo questo processo, del tutto naturale, possono verificarsi due diversi tipi di situazioni.

La prima riguarda i batteri che utilizzano l’idrogeno per ridurre il solfato in solfuro, eliminandolo poi successivamente attraverso le feci.

La seconda riguarda invece proprio i metanogeni, che si nutrono dell’idrogeno per formare metano (con una proporzione di 4:1, cioè producendo una molecola di metano ogni 4 atomi di idrogeno).
Il metano formatosi a seguito di questo processo può essere anch’esso espulso con le feci o, viceversa, può venire assorbito attraverso il sistema circolatorio.

La metanogenesi non è un concetto solo attuale. Per anni questo processo è stato studiato nel settore agricolo, appurando che i ruminanti (come i bovini, per esempio) producono elevate quantità di metano a causa di una dieta ricca di cereali invece che erba.

La soluzione può essere quindi una dieta personalizzata e uno stile di vita sano?

Probabilmente sì. La dieta a bassa fermentazione deve ridurre gli alimenti che fermentano, ma senza eliminarli in quanto questo vorrebbe dire impoverire il microbiota. Effettuare questa riduzione è estremamente soggettivo – può alleviare i sintomi, ma non è l’obiettivo finale che è invece il ripristino del microbiota in quanto è proprio la disbiosi intestinale che ha permesso a questi microrganismi di spostarsi nell’intestino tenue.

Ma se la dieta non è sufficiente?

Sebbene i batteri siano presenti naturalmente in tutto il sistema digestivo, la maggior parte dei batteri si concentra nel colon con una presenza di 10 a 1 rispetto allo stomaco. Tra lo stomaco e il colon si trova l’intestino tenue, che normalmente dovrebbe contenere solo tracce di batteri.

Tuttavia, a volte è possibile che un numero maggiore di batteri si accumuli proprio nell’intestino tenue, causando una condizione chiamata SIBO (una crescita eccessiva di batteri nell’intestino tenue).

Ma come fanno questi batteri a finire nell’intestino tenue se non è naturale che siano presenti lì?

I ricercatori ritengono che qualsiasi tipo di “stress” del sistema digestivo – malattie, stress fisico e mentale, intossicazioni alimentari o assunzione di antibiotici – può provocare una crescita di batteri dove non dovrebbe avvenire, nell’intestino tenue.

La crescita eccessiva di batteri nell’intestino tenue è collegata a un numero crescente di condizioni e fattori di rischio. Questi includono praticamente qualsiasi condizione influisca sul sistema digestivo, insieme ad altre condizioni sistemiche tra cui diabete, malattia del fegato, del rene e del pancreas, malattie autoimmuni, neuropsichiatriche o neurologiche.

Come si fa la diagnosi di SIBO?

Proprio come il microbioma intestinale è unico e diverso per ogni persona, così avviene anche per la SIBO. Un test per determinare la presenza di metano nell’intestino tenue è passare con uno strumento apposito dalla bocca attraverso lo stomaco fino all’intestino tenue, dove l’eventuale gas viene aspirato e quindi analizzato. Essendo però un test molto invasivo, non è molto utilizzato e quindi una metodologia più comune è quella legata al test del respiro, che avviene misurando i livelli di idrogeno e metano prodotti durante la digestione di carboidrati.
Purtroppo, però questa metodica non è considerata sufficientemente affidabile per una diagnosi certa.

I trattamenti della SIBO

I trattamenti possono essere di due tipi.

  1. Il primo consiste nel non “alimentare” i batteri per attenuare i sintomi di questo disturbo attraverso una dieta liquida.
  2. Il secondo è provare a limitare la crescita eccessiva di batteri con l’assunzione di antibiotici. Tra questi, spesso vengono prescritti Rifaximina per l’idrogeno e Neomicina per il metano, che agiscono principalmente a livello dell’intestino tenue ma che purtroppo arenano il problema solo temporaneamente in quanto la SIBO non è un’infezione.

Questo significa che abbiamo bisogno di una nuova soluzione.

Lungimirante in questo senso è stato il Dr. Kenneth Brown, un gastroenterologo e ricercatore clinico che, invece di cercare di far morire di fame i batteri o di eliminarli con l’uso di antibiotici, ha cercato di risolvere il problema alla radice interrompendo il processo di metanogenesi.

Usando le ricerche effettuate nei tempi passati nel settore agricolo, il Dr. Brown ha identificato tre sostanze in grado di interrompere la metanogenesi:

  1. Menta piperita, a lungo riconosciuta dai guaritori come un calmante naturale per il sistema digestivo, se rilasciata regolarmente nell’intestino può provocare un rapido sollievo dal disagio addominale.
  2. Quebracho, un tipo di legno in grado di assorbire l’idrogeno (primo nutriente utile a produrre metano)
  3. Ippocastano, che ha ruolo antimicrobico e favorisce la motilità intestinale.

Conclusione

Alla fine, il Dr. Brown trova il rapporto ideale tra questi tre ingredienti combinandoli in un integratore chiamato Atrantil.

Uno studio effettuato su questo integratore afferma che è efficace nell’88% dei casi nel ridurre i sintomi di gonfiore, costipazione e disagio addominale.

Attenzione, però: questo non significa che sia sufficiente assumere l’Atrantil o seguire la dieta FODMAP scaricata da internet, in quanto le cause rimangono.

Bisogna seguire un regime alimentare personalizzato che abbia come fine ultimo il ripristino del microbiota e darsi come minimo un anno di tempo, attuando anche dei cambiamenti nello stile di vita che danneggiano sia il microbiota che la digestione e la salute in generale.

Occorrerà dunque: ridurre lo stress, la disidratazione, la carenza di sonno e combattere la sedentarietà.

Come in qualunque problema di salute, l’alimentazione è un pilastro portante e la SIBO non fa differenza ma non può essere sufficiente se non si abbracciano tutti quei cambiamenti che promuovono salute invece di malattia.

Fonti:

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