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La fame cronica: un disturbo portato da una disfunzione autonomica

 

Più di una volta sarà capitato alla maggior parte di noi che, a seguito di forti emozioni – stress, paura, nervosismo, ansia – ci si rendesse conto che il nostro stomaco avesse “somatizzato” queste emozioni rendendoci la vita difficile.

A volte, le conseguenze di emozioni intense e negative si riflettono proprio in crampi addominali, mal di stomaco, vomito o diarrea. In generale, in disagi e malesseri a livello dello stomaco.

Perché? Perché il nostro intestino lavora come un secondo cervello, e le sensazioni e le emozioni che noi sentiamo e viviamo (non a caso vengono chiamate emozioni “di pancia”), se negative e di forte stress, influenzano la salute generale del nostro organismo.

Appetito eccessivo? La causa potrebbe essere una disfunzione

Il nostro intestino è costituito da una fitta rete di cellule nervose collegate al cervello che, in condizioni di forte stress, nervosismo e tensione emotiva, si contraggono causando a loro volta tensione addominale e una produzione eccessiva di acidi coinvolti nel processo digestivo.

È qui che il cervello entra in azione per cercare di riportare stabilità, ordinando all’intestino di rilasciare maggior serotonina per ripristinare l’equilibrio mancante. Peccato però che questo eccessivo rilascio ormonale causi a molti non pochi fastidi.

Inoltre, è ormai risaputo che un forte fattore di stress porti anche all’aumento di produzione di cortisolo, che a lungo andare può causare fastidiose acidosi.

La fame cronica è una delle conseguenze di questo processo, e nella maggior parte dei casi è ciò che deriva da una disfunzione autonomica.

Quando un certo equilibrio del sistema nervoso simpatico e parasimpatico è carente, possono derivare alcuni disturbi come:

  • un basso apporto di ossigeno al cervello,
  • un eccesso di accumulo di acido nello stomaco,
  • una attività ormonale considerata non nella norma data da proliferazioni batteriche,
  • un ipotalamo che non funziona nel modo più corretto.

Tutti questi disagi presenti singolarmente o insieme nel nostro organismo possono portare a un aumento del senso di fame che spesso non riusciamo a spiegarci, ma che può causarci non pochi fastidi.

La fame eccessiva infatti non ci permette di godere appieno del nostro quotidiano, interferisce con le normali esigenze della nostra famiglia o del lavoro che svolgiamo e influisce a lungo andare anche con altre aree che riguardano la nostra salute generale, fisica e mentale, ma anche emotiva.

Il cervello e il bruciore di stomaco

Quasi nessuno è a conoscenza che una problematica come la fame cronica e un eccessivo appetito possa derivare da problemi come la eccessiva produzione di acido nello stomaco. Le persone che ne soffrono spesso non trovano alcuna soluzione né utilizzando rimedi naturali, né con farmaci atti a controllare l’appetito.

Forse, però, non si è data la giusta importanza all’intestino.

La fame eccessiva è spesso dovuta infatti a una disfunzione del sistema nervoso e alla presenza esagerata di acido nello stomaco.

Ripristinarne la corretta funzionalità del sistema nervoso migliorerà l’apporto di ossigeno al cervello e la giusta motilità intestinale, tenendo sotto controllo l’infiammazione così da riportare a un livello normale il nostro senso di fame.

Quali sono i rimedi per la fame cronica?

Uno stile di vita sano è il rimedio essenziale per ripristinare una corretta “comunicazione” tra il nostro “primo” e “secondo” cervello.

Le cause principali di stress, contrazione addominale e gastriti sono sicuramente:

  • il fumo,
  • un’alimentazione sbilanciata o carente di fibra,
  • alcol in quantità smisurata,
  • un eccessivo consumo di bevande gassate.

Alcuni alimenti, poi, sono ritenuti particolarmente dannosi e irritanti, in chi soffre di questi disturbi. Tra questi, la cipolla e il pomodoro sono due cibi che chi soffre di acidità di stomaco dovrebbe tenere alla larga, ma anche caffè, cioccolato, insaccati e agrumi se assunti in quantità eccessive all’interno della nostra dieta.

Ma non è sufficiente far attenzione solo agli ingredienti: anche le modalità di cottura sono importanti. È da evitare il fritto, e da preferire invece la cottura in forno, al vapore, che permettono di ridurre l’utilizzo di grassi durante la preparazione, prediligendo invece il condimento a crudo, a fine cottura, specialmente utilizzando olio extravergine d’oliva.

Un’attività fisica regolare aiuta il lavoro dello stomaco e in generale è noto che sia in grado di ridurre lo stress. Per questo è importante trovare un’attività che ci risulti piacevole, rilassante e che, se svolta all’aria aperta (per quanto possibile), ci donerà una bellissima sensazione di benessere.

Ma non è sufficiente ripristinare un corretto funzionamento dello stomaco prestando attenzione a cibi e attività fisica, serve anche mantenere questa attività corretta e funzionale nel tempo, per non ricadere dopo tempo negli stessi disagi.

Questo mantenimento è possibile prestando attenzione alla corretta funzione delle cellule della microglia (cellule che si occupano della difesa immunitaria attiva nel sistema nervoso centrale) e delle citochine, proteine considerate dei veri e propri messaggeri che hanno effetto sul metabolismo e che svolgono un ruolo importante di controllo nel processo della risposta immunitaria.

Un atteggiamento di vita “sano” può salvarci dal malessere, ma qual è la soluzione per la fame cronica?

Il regime migliore da seguire è senza dubbio quindi quello volto a ripristinare l’equilibrio dell’apparato digerente e del corretto livello di acido dello stomaco, così da porre fine alla fame cronica, calmare l’ansia e migliorare in generale la nostra salute.

Uno stile di vita considerato “sano” può essere condotto da persone di tutte le età e con qualsiasi tipo di disturbo, e può essere un valido punto di partenza per ripristinare la capacità di controllare la fame e l’infiammazione del nostro intestino, nonché di incentivare la produzione di cellule staminali e il rafforzamento del sistema neurologico e del sistema immunitario, che sono considerati i cardini della salute e dell’eliminazione dell’affaticamento e della fame cronica.

È la scienza a regalarci una nuova prospettiva da cui guardare il problema della fame cronica, e le cause si trovano proprio in una disfunzione del sistema nervoso.

La soluzione si compone di vari step:

  1. il primo passo è sicuramente identificare la disfunzione attraverso un’analisi spettrale, un test cioè non invasivo che analizza la capacità del cervello di “controllare” il corpo e quantifica quindi lo squilibrio da cui siamo affetti.
  2. Il secondo passo per individuare la disfunzione autonomica è determinare se una crescita eccessiva di batteri intestinali – chiamata SIBO – sta creando problemi come disagi intestinali (per esempio, un’intolleranza al glutine o un’intolleranza alimentare in generale), problemi della pelle (eczemi), infezioni ricorrenti o disturbi neuropsichiatrici (problemi di ansia, attacchi di panico, depressione).
  3. Il terzo passo è quello di creare un piano di trattamento – che può essere a breve o a lungo termine in base all’entità del disturbo – per il recupero e il mantenimento di una corretta funzionalità intestinale.

In generale, l’alimentazione, l’idratazione, il sonno, la riduzione dello stress e l’attività fisica sono le risposte primarie per questo tipo di disturbo. Per alcune persone il trattamento prevede l’assunzione di procinetici, che aumentano la motilità della muscolatura liscia dell’apparato digerente, diminuiscono l’infiammazione metabolica e del sistema nervoso, nonché sono in grado di eliminare eventuali infezioni batteriche, soprattutto se supportati con una dieta ricca di alimenti sani e considerati antinfiammatori.

Conclusioni

In generale, le ragioni che portano ad avere un eccessivo appetito sono collegate al fatto che il nostro cervello e il nostro organismo non lavorano più insieme nel modo corretto.

Da qui infatti deriva che il cervello non è più in grado di controllare l’appetito a causa proprio di una disfunzione autonomica.
Questo disagio però può anche derivare da effetti collaterali di farmaci assunti o dalla mancanza di nutrienti chiave che mantengono il nostro cervello funzionante a livelli ottimali.

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