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Tiroidite di Hashimoto: si può assumere lo iodio?

Quello sullo iodio è un argomento controverso per quanto riguarda la nostra salute, soprattutto se si sta trattando il problema della tiroidite di Hashimoto.

Quando si modifica una dieta inserendo iodio in quantità maggiori al consueto, inizialmente le persone sembrano avere più energia, ma a lungo andare si debilitano e si sentono peggio. Lo iodio, infatti, deve essere processato dalla ghiandola tiroidea e, quando la tiroide è infiammata, l’elaborazione di iodio produrrà ancora più infiammazione.

Ecco perché generalmente non viene raccomandata l’integrazione di iodio a persone con tiroidite di Hashimoto.

Gli scienziati sanno da tempo che lo iodio è un nutriente fondamentale per la salute della tiroide. In effetti, la carenza di iodio è la causa principale dell’ipotiroidismo.

Nel tentativo di ridurre l’incidenza dell’ipotiroidismo, la sanità pubblica ha iniziato ad aggiungere iodio nella nostra dieta, e questo in molti Paesi industrializzati. Tuttavia, questo sforzo non ha dato i risultati sperati, poiché lo iodio si è rivelato essere un nutriente a basso indice terapeutico.

Mentre una carenza di iodio può creare ipotiroidismo, viceversa un eccesso di iodio è visto come un fattore di rischio per lo sviluppo di malattie autoimmuni della tiroide.

Questo è collegato al modo in cui lo iodio viene elaborato dal nostro organismo. Lo iodio proveniente da alimenti e integratori viene elaborato dalla ghiandola tiroidea in modo che il corpo possa usarlo correttamente. Durante questo processo, viene rilasciato perossido di idrogeno, un radicale libero, neutralizzato dal selenio, se presente a livelli adeguati nel nostro organismo. Tuttavia, in caso di maggiori quantità di iodio, il perossido di idrogeno in eccesso può causare danni ossidativi alla ghiandola tiroidea.

L’assunzione di una dose elevata di iodio può aggravare la tiroidite di Hashimoto

La ricerca ha dimostrato che alte dosi di iodio possono scatenare la tiroidite di Hashimoto in persone geneticamente predisposte e possono generare alcune “vulnerabilità”, come per esempio una carenza di selenio.
L’assunzione di una dose elevata di iodio può aggravare la tiroidite di Hashimoto e accelerare la distruzione delle cellule tiroidee. L’American Thyroid Association raccomanda infatti di non assumere dosi superiori a 500 mcg al giorno di iodio, osservando che dosi superiori a 1100 mcg possono causare disfunzione tiroidea. Questi sono avvertimenti destinati alla popolazione generale, ma studi hanno scoperto che le persone con tiroidite di Hashimoto possono essere sensibili a dosi ancora più basse.

È necessario evitare completamente lo iodio?

Mentre ci sono teorie controverse sul fatto che le persone con tiroidite di Hashimoto debbano assumere poco iodio o evitarlo del tutto, uno studio del 1999 su 377 persone con tiroidite di Hashimoto, durato quasi 3 anni, ha scoperto che, in combinazione con una terapia dell’ormone tiroideo, una dose giornaliera di iodio fino a 200 mcg è stata in grado di ridurre i livelli degli anticorpi tiroidei TgAb e TPOAb anche in pazienti con tiroidite di Hashimoto.

Tuttavia, lo stesso studio ha anche arruolato un gruppo di 375 persone sane dando loro a qualcuno la stessa dose di iodio (200 mcg al giorno) e a qualcuno 1,53 mg a settimana. Il gruppo che ha assunto 200 mcg al giorno non ha avuto un aumento significativo dei livelli di anticorpi tiroidei; tuttavia, il gruppo che ha ricevuto invece la dose più alta settimanale ha presentato un netto aumento del TgAb e del TPOAb, e l’incidenza della tiroidite di Hashimoto è stata quattro volte superiore rispetto al primo sottogruppo.

Questo studio ha dimostrato che una bassa dose di iodio su base giornaliera di solito non è problematica per le persone con tiroidite di Hashimoto, anzi potrebbe essere utile. Tuttavia, a meno che non si tratti di donne che allattano al seno o sono in stato di gravidanza, bisogna prestare attenzione a non somministrare una dose superiore a 200 mcg/die.

In alcuni casi, una dieta a basso contenuto di iodio è stata utile per ridurre l’attacco autoimmune alla ghiandola tiroidea e per normalizzare la funzione tiroidea nelle persone con tiroidite di Hashimoto.

È stato effettuato uno studio su 356 persone che hanno provato ad assumere iodio in alte dosi. Di questo gruppo, il 25% ha affermato che lo iodio ad alte dosi li ha fatti sentire meglio, il 28% ha detto che li faceva sentire peggio, e il 46% non ha riscontrato alcuna differenza.
Al contrario, l’assunzione di un integratore di selenio ha aiutato il 63% a sentirsi meglio, il 34% non ha visto differenze, mentre il 3,5% si è sentito peggio. Anche un’alimentazione senza glutine ha aiutato l’88% delle persone a sentirsi meglio, l’11,16% non ha visto differenze e lo 0,73% si è sentito peggio.

Tiroidite di Hashimoto: un disagio per tutto l’organismo e non solo per la tiroide

La tiroidite di Hashimoto non presenta una singola carenza di nutrienti e, pertanto, non può essere risolta, nella maggior parte dei casi, reintegrando un singolo nutriente. Detto questo, è anche possibile – anche se non comune – soffrire di tiroidite di Hashimoto e, al contempo, essere carenti di iodio.

Sfortunatamente, test come gli esami del sangue o delle urine non sono in grado di rivelare una carenza o un eccesso di iodio.
Alcuni potenziali fattori che potrebbero portare a sospettare una carenza di iodio sono la dieta vegana e, in generale, una dieta povera di frutti di mare.

In caso di carenza di iodio, si raccomandano integratori di iodio, ma solo nell’intervallo di dose previsto nei multivitaminici (quindi tra 150 mcg-220 mcg). Se sei carente di iodio, quindi, un integratore di iodio probabilmente aiuterà ad alleviare i tuoi sintomi e potrebbe migliorare il tuo benessere generale, ma non è detto che sia così per tutti!

Le alghe, per esempio, possono contenere alte dosi di iodio e si consiglia di evitarle se si ha un elevato livello di anticorpi tiroidei. Inoltre, si sconsiglia l’uso di sale iodato.

No allo iodio in eccesso, con la tiroidite di Hashimoto

Lo iodio in eccesso è stato riconosciuto come un fattore scatenante per la tiroidite di Hashimoto. Questa condizione non riguarda solo il fattore nutritivo, anche perché è noto che la maggior parte delle persone che soffrono di tiroidite di Hashimoto non sono carenti di iodio.

L‘intervallo di dose di iodio che si ritrova nei multivitaminici (quindi tra 150 mcg e 220 mcg) è comunque generalmente sicuro per le persone che soffrono di tiroidite di Hashimoto.

Ecco perché un giusto dosaggio di iodio, controllato e programmato, può aiutarci a tenere a bada i nostri problemi di tiroide.

Fonti scientifiche:

  • Contempre B. Effect of Selenium Supplementation in Hypothyroid Subjects of an Iodine and Selenium Deficient Area: The Possible Danger of Indiscriminate Supplementation of Iodine-Deficient Subjects with Selenium. J Clin Endocrinol Metab. 1991;73(1):213-215. doi:10.1210/jcem-73-1-213.
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