Integratori di Omega 3: sei sicuro di poterli consumare liberamente?

Fra i numerosi supplementi benefici per la tua salute, gli integratori di Omega 3 sono ben noti e molto consigliati per aumentare l’apportonutrizionale di acidi grassi essenziali. Si tratta di prodotti salutistici fra i più venduti, solitamente scelti per evitare di incappare in deficit nutrizionali di queste sostanze, per migliorare il profilo lipidico, ridurre infiammazione e perdere peso.

Ad oggi però, si è compreso che i benefici di alcuni di questi integratori, in particolar modo dell’olio di pesce, ricco appunto di Omega 3, sono stati largamente sopravvalutati e in questo articolo voglio spiegarti perché.

Gli integratori di Omega 3 a base di olio di pesce contengono acidi grassi essenziali, in particolare l’acido eicosapentaenoico (EPA) e l’acido docosaesaenoico (DHA). Questo tipo di integrazione è da tempo ritenuta benefica per l’organismo, anche secondo numerose ricerche a breve termine sui suoi effetti. Negli ultimi tempi, però, alcune ricerche hanno portato a galla il potenziale rischio derivante da alte dosi di integrazioni con olio di pesce, che non è così benefico come si può pensare e, anzi, potrebbe addirittura essere dannoso.

Perché l’olio di pesce può scombussolare il tuo organismo

Gli acidi grassi Omega 3 sono altamente vulnerabili al danno ossidativo. Quando le particelle di grasso si ossidano vengono scomposte in composti più piccoli come il malondialdeide (MDA), che è una pericolosa sostanza in grado di danneggiare il DNA e altre importanti strutture cellulari. Secondo le ricerche, il rischio di danno ossidativo cresce in egual misura all’aumento di grassi omega-3 ingeriti.

Per comprendere meglio questa situazione, occorre chiarire che tutti i grassi polinsaturi sono vulnerabili al danno ossidativo perché sono gli unici acidi grassi che hanno due o più doppi legami ed è proprio il carbonio che si trova tra questi doppi legami che è particolarmente vulnerabile all’ossidazione. Invece, l’apporto di grassi saturi e monoinsaturi non aumenta significativamente il danno ossidativo perché i grassi saturi non possiedono questo doppio legame, mentre quelli monoinsaturi ne hanno solamente uno.

Secondo le ricerche, gli integratori di omega 3 con olio di pesce risultano essere benefici nel breve o medio termine e protettivi contro il rischio di aritmia nei pazienti che già presentano un’insufficienza cardiaca cronica e nei pazienti recentemente sopravvissuti a un attacco di cuore. Al contrario, non esiste alcuna prova che persone che non soffrono di queste patologie possano trarre beneficio dall’assunzione massiccia di olio di pesce oppure che dosi superiori a un grammo di acidi grassi Omega 3 al giorno forniscano benefici migliori delle piccole dosi. Esistono poi gli esiti di un altro studio sull’olio di pesce durato quattro anni che mostra un aumento delle malattie cardiache e morte improvvisa correlato a massicce assunzioni di questo tipo di integratori.

È anche logico supporre che gli effetti del danno ossidativo richiedano un po’ di tempo per manifestarsi e di conseguenza potrebbero aumentare col passare del tempo. Probabilmente questo è il motivo per cui vediamo alcuni benefici negli studi a breve e a medio termine, ma un declino e persino un effetto opposto in quelli a lungo termine (a causa dell’aumentata assunzione di grassi polinsaturi che causa forte danno ossidativo).

Da dove viene però l’attuale interesse per gli integratori di omega 3 a base di olio di pesce? Originariamente si era partiti da alcune ricerche sulla popolazione degli Inuit, che nonostante la massiccia assunzione di oli di origine marina non presentava quasi nessun rischio di malattia cardiaca. In realtà l’assunzione di olio di pesce da parte degli Inuit non derivava da un integratore isolato, ma faceva parte di una più ampia dieta che includeva anche altri alimenti che aiutano a prevenire il danno ossidativo che potrebbe avvenire con un alto introito di grassi polinsaturi Omega 3.

Si può notare invece che anche altre popolazioni tradizionali come i Masai, i Tokelau (popolazione della Nuova Zelanda) e i Kitava (Papua Nuova Guinea) non rientrano nel rischio di malattie cardiache pur non consumando alte dosi di oli di origine marina. Ciò che hanno incomune queste diete con quelle precedentemente citate non è l’ampio apporto di grassi Omega 3 bensì la completa assenza di cibo moderno e processato dalle industrie alimentari.

Come ottenereil meglio dagli integratori di omega 3

L’atteggiamento migliore è sicuramente quello di ridurre l’apporto di grassi Omega 6 che si trovano ampiamente negli oli di semi che finiscononei nostri cibi processati e raffinati, aumentare il consumo di cereali integrali, pesce oleoso e crostacei. Questo tipo di alimentazione imita quella dei nostri antenati e rappresenta il miglior approccio naturale verso il consumo di Omega 3, la cui necessità per l’organismo non è così elevata come si pensa comunemente.

Alla luce di tutto questo è comunque consigliabile consumare pesce oleoso e se guardiamo a lunghi periodi, invece di consumare integratori di Omega 3, utilizzare l’olio di fegato di merluzzo extravergine.Quest’ultimo, infatti, rappresenta una fonte di vitamine liposolubili (A, D, K2 ed E) e con un perfetto equilibrio tra acido eicosapentaenoico (EPA) e eacido docosaesaenoico (DHA); all’internodi una dieta nutriente, che esclude gli oli di semiindustriali, sostituti del burro, prodotti dietetici bassi in grassi e i carboidrati raffinati pur contenendo buone dosi di vitamina B6, biotina, calcio, magnesio e acido arachidonico, il rischio di danno ossidativo che può verificarsi con un grammo al giorno di olio di fegato di merluzzo è assolutamente contro bilanciato dai benefici delle vitamine liposolubili in esso contenute.

Ciò che è realmente da evitare è dosaggi troppo elevati di olio di pesce sotto forma di integratore di omega 3 per lunghi periodi, ove necessario per brevi periodi meglio optare per olio extraverginedi fegato di merluzzo o per olio di ostriche che in realtà non sono integratori, ma cibo. Il mondo della nutrizione non è ancora arrivato a conclusioni definitive su questo importante argomento.

Riferimenti:

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