SIBO nei bambini: una condizione spesso trascurata

Si soffre di SIBO se avviene una crescita eccessiva di batteri nell’intestino piccolo, cioè nella parte del tratto gastrointestinale che collega lo stomaco al colon.

Le cause della SIBO e i sintomi da riconoscere

Qualsiasi condizione che riesca a interferire con l’attività muscolare nell’intestino tenue (che è utile e importante per la corretta digestione e assorbimento) permette ai batteri di rimanere più tempo in questa sezione dell’intestino e di moltiplicarsi, aumentando notevolmente in quantità. Un’attività muscolare carente può anche, inoltre, fare in modo che i batteri si diffondano in altre parti dell’organismo, come il colon o l’intestino tenue.

Solitamente, i sintomi più frequenti e maggiormente riconoscibili sono: perdita di peso, dolore addominale, diarrea, anemia e altri segnali che ci indicano che il nostro corpo non sta assorbendo i nutrienti come dovrebbe.

La SIBO: come comportarsi

Generalmente viene suggerito che probiotici e prebiotici – sia che si tratti di integratori o cibo -, dovrebbero essere evitati in persone che soffrono di SIBO.
Infatti in un intestino con un numero elevato di batteri ingerire i probiotici e prebiotici sarebbe estremamente dannoso e aumenterebbe i sintomi.
Ma in realtà studi recenti hanno dimostrato che non solo non sono dannosi, ma in alcuni casi sono in grado di migliorare la situazione intestinale compromessa.

Perché? I prebiotici e i probiotici:

  • producono elementi antibatterici naturali,
  • rafforzano il sistema immunitario,
  • riducono l’infiammazione,
  • sono un valido supporto per l’attività muscolare del nostro intestino.

Recentemente sono stati eseguiti studi sul probiotico Bacillus clausii e sul Lactobacillus casei, quest’ultimo ritenuto particolarmente efficace nel trattamento della diarrea causata dalla proliferazione eccessiva dei batteri nell’intestino tenue.

Uno studio pilota ha inoltre dimostrato che una terapia di coagulanti prebiotici FOS e Bacillus somministrata in seguito a un corso iniziale di antibiotici ha portato miglioramenti sorprendenti nei sintomi della SIBO. Pertanto, si pensa che i prebiotici abbiano maggior effetto se usati dopo un ciclo iniziale di antibiotici.

La SIBO nei bambini, una sindrome più frequente di quanto si pensi

È particolarmente preoccupante la SIBO nei bambini, perché in un organismo in fase di crescita risulta estremamente dannoso lo stato di malassorbimento che tale sindrome comporta. Infatti in poco tempo si manifesta una forte carenza di vitamine e minerali utili per lo sviluppo dell’organismo.

Ma da cosa è causata la SIBO nei bambini e quali conseguenze può comportare?

Innanzitutto, non si parla mai di una singola causa, quanto di più cause concomitanti: l’uso di alcuni farmaci o una condizione di salute congenita già precaria può facilmente sospendere o addirittura bloccare tutti quei meccanismi che normalmente limitano il proliferarsi dei batteri nell’intestino tenue.

È possibile che i batteri prolifichino facilmente:

  • se un bambino nasce con dei problemi congeniti al tratto gastrointestinale,
  • se la sua tiroide ha funzionalità limitate,
  • se il sistema immunitario risulta particolarmente debole
  • se disordini mitocondriali riducono l’attività muscolare dell’intestino.

Il microbioma infantile, inoltre, può essere negativamente alterato fin dai primissimi giorni di vita del bambino se si sceglie un’alimentazione con latte artificiale, oppure addirittura durante la gravidanza, a causa di uno scambio avvenuto con la madre se questa ha assunto antibiotici durante i nove mesi di gestazione.

L’alterazione del microbioma infantile può purtroppo creare le basi necessarie allo sviluppo della SIBO, che potrebbe avvenire non solo nei primi anni di vita, ma prospettarsi anche in futuro.

Si è visto che anche i farmaci contribuiscono alla comparsa della SIBO nei bambini.
Gli antibiotici, per esempio, eliminano i microbi intestinali benefici.
Gli inibitori della pompa protonica e gli antagonisti dei recettori H2 diminuiscono la produzione di acidi gastrici atti solitamente a inibire la crescita dei batteri.

Le conseguenze della SIBO nei bambini: cosa dobbiamo aspettarci

Nei bambini, la SIBO ha conseguenze quasi devastanti.

Un bambino affetto da SIBO non assorbe nel modo più corretto i grassi, le proteine e vitamine di cui l’organismo ha fondamentale bisogno.

Cosa altrettanto grave, la SIBO aumenta la permeabilità dell’intestino e porta carenze importanti di ferro, vitamina D e B12.

In alcuni casi anche l’osteoporosi è diretta conseguenza della SIBO.

Per questo, un bambino che soffre di SIBO va trattato nell’immediato, prima che sorgano gravi complicanze.

Il trattamento probiotico, perché è importante

Mentre negli adulti gli antibiotici fanno parte della terapia per la SIBO, non esistono studi che dimostrino che valga la stessa regola anche per quanto riguarda i bambini.

Gli antibiotici, per quanto necessari in alcune istanze – è risaputo – presentano numerosi effetti collaterali (diarrea, reazioni allergiche, tossicità, ecc.), maggiormente amplificati in organismi così delicati e indifesi come quelli dei bambini. Ed è per questo che si è cercato di studiare un’alternativa a questo trattamento.

Uno studio recente ha infatti dimostrato che la somministrazione di probiotici e prebiotici nei bambini affetti da SIBO ha portato a un effettivo miglioramento dei sintomi.

Perché qualcuno non è d’accordo?

È stato dimostrato che una dieta a basso contenuto FODMAP aiuta a ridurre alcuni fastidiosi sintomi, come gonfiore addominale, diarrea e costipazione. Ma questo contraddice le tesi esposte qui finora e genera alcuni dubbi sull’uso dei prebiotici. Un po’ come quando si consiglia ai pazienti SIBO di evitare cibi fermentati, quando invece sappiamo che prebiotici e probiotici favoriscono la salute del microbiota.

Quando si inizia la dieta bassa in FODMAP si pensa che sia efficace perché vi è una riduzione dei sintomi, ma ridurre i sintomi non equivale a risolvere il problema.

Secondo le ricerche anche per tempi brevi, tale dieta riduce la quantità di lattobacilli, bifidobatteri, batteri produttori di butirrato. Questo porta a una notevole riduzione nella biodiversità del microbiota fino al 47%.

Stiamo quindi riducendo i sintomi, ma danneggiando il microbiota; così la SIBO diventa poi più difficile da risolvere.

Queste contraddizioni potrebbero far accendere un campanello d’allarme: invece di ridurre i sintomi, non avrebbe più senso risolvere la SIBO inizialmente con una dieta a bassa fermentazione, assieme agli antimicrobici più indicati (verificando se siamo davanti a una SIBO idrogeno, metano o entrambe) per poi arricchire il microbiota attraverso l’alimentazione?

E che dire della SIBO idrogeno solforato dove è necessario seguire una dieta completamente opposta?

La stimolazione del nervo vago per prevenire la recidività della SIBO

La ricerca ci fa notare che un basso tono del nervo vago riduca l’attività gastrointestinale, permettendo ai batteri di proliferare all’interno dell’intestino tenue. Degno di nota è che la VNS (la stimolazione del nervo vago) aiuti viceversa la produzione di acido gastrico, supportando la motilità intestinale come barriera per la riproduzione eccessiva di batteri.

Se non si è pronti ad affrontare una spesa impegnativa per la terapia della stimolazione del nervo vago, anche l’agopuntura e il massaggio sono da considerare una valida alternativa. Sicuramente, il valido aiuto di un neurologo che utilizzi tale terapia, ci potrà chiarire in quanti e quali modi può essere effettuata la stimolazione del nervo vago.

SIBO: i 7 passi della salute per curarla

La SIBO è una sindrome davvero frequente, che colpisce dal 30 all’84% dei pazienti che soffrono di IBS (sindrome dell’intestino irritabile) e che oggi sta diventando sempre più diffusa anche nei bambini.

Per questo, è ormai la norma associare a un regime alimentare personalizzato, associato alla somministrazione di antimicrobici specifici.

In sintesi, possiamo riassumere la cura per la SIBO in 7 passi:

  1. Alimentazione: deve essere curata e specifica; per questo è essenziale fare il test della SIBO al lattulosio che analizzi sia idrogeno che metano e una valutazione completa della persona;
  2. Acidi nello stomaco: spesso ne va incrementata la produzione, sia tramite integratori di Betaina HCL e pepsina, sia inserendo nella dieta erbe amare digestive quali il cuor di leone, carciofi, tarassaco, ecc;
  3. Motilità intestinale: lasciando che passi un congruo periodo tra un pasto e l’altro si darà la possibilità al nostro intestino di svuotarsi e “pulirsi”; evitare gli spuntini tra i pasti;
  4. Valvola ileocecale: può essere chiusa correttamente con un massaggio da un osteopata preparato, che ridurrà il gonfiore e l’infiammazione presente;
  5. Antimicrobici (antibiotici e/o fitoterapici)i: servono per ridurre la prolificazione batterica nell’intestino tenue;
  6. Ricostruire il microbiota: va fatto una volta risolto il problema della SIBO tramite l’utilizzo di una dieta personalizzata, ’ausilio di cibi fermentati e di specifici prebiotici;
  7. Riparare l’integrità intestinale: che sarà compromessa a causa dell’infiammazione intestinale della SIBO, che comporta una permeabilità dell’intestino.

Conclusioni

Ogni persona è un mondo a sé e ha bisogno di un trattamento specifico e personalizzato, ciononostante ahimè sono ancora diffusi “protocolli” che si propongono di essere validi per tutti.

Sarebbe invece necessario un regime che personalizzato in base al proprio stato di salute, alla propria condizione fisica, ma anche psicologica, all’ambiente in cui viviamo e alle tolleranze e intolleranze.

La medicina funzionale può aiutare ogni singolo bambino nell’individuare la terapia migliore, creando un percorso ad hoc in base alla sua situazione clinica e consigliando i passi che ritengono più efficaci per risolvere non i sintomi, ma le cause legate all’insorgenza della SIBO.

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