Esiste uno stretto collegamento tra sport e medicina funzionale per migliorare recupero, prestazioni e longevità sportiva.
La diagnosi di una determinata malattia rappresenta la tappa finale di un lungo percorso di alterazioni psicofisiche, che spesso arrivano dall’infanzia o ancora prima. Succede poi che, come avviene per una data di scadenza dopo la quale un prodotto non è più buono, la diagnosi raffigura il momento in cui questi sintomi “latenti” escono allo scoperto, tanto che a volte sembra quasi che si passi in poco tempo da uno stato di perfetta salute alla malattia acuta.
Identificare il problema
Quando si tratta di malattie croniche, ci ritroviamo inevitabilmente in uno stato intermedio – spesso reversibile – chiamato “disfunzione”.
Identificare la disfunzione è proprio ciò che caratterizza la medicina funzionale dello sport, che aiuta a contrastare quelle disfunzioni che influiscono negativamente sulle prestazioni atletiche.
Panoramica
Alla base della disfunzione troviamo l’infiammazione cronica, che ha una relazione diretta di causa/effetto con i cinque regolatori del nostro organismo: sistema ormonale, chimica cerebrale, percorsi energetici cellulari, sistema neuroscheletrico, sistema immunitario e disintossicante, che sono connessi tra loro da una rete di vasi sanguigni, nervi, tessuti connettivi… e per questo possono supportarsi e compensarsi a vicenda.
Questa compensazione avrà come primo risultato un aumento delle prestazioni fisiche le quali però, se non si consente un equilibrato recupero, possono portare l’atleta a subire lesioni o malattie; in sostanza, a una risposta disadattativa chiamata “sofferenza”.